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Svarione su palla di vetro con neve finta

Una sera di poco tempo fa attraversavo le strade indifferenti e ostili di questa Gerusalemme liberata dai sogni che è il centro della città. Ero un po’ arrabbiato e ho reagito alla violenza di un mucchio di maranza, aizzandola a mia volta. Per fortuna ho buone gambe e le bottiglie non mi hanno raggiunto; si sono infrante a terra come palle di vetro con la neve finta dentro, quei souvenir un po’ malinconici che raffigurano i paesini carini. Le agiti un po’ ed ecco che nevica: tutto è brillante, tutto è perfetto. A questa città – a una parte di essa – piace vedersi così, e così tenta di rivendersi al mondo. La palla di vetro che si fregia del titolo di sfera di cristallo. Qualcosa però sta andando storto, povera. Sulla nuova pavimentazione bianca scintillante la merda si vede eccome, fa la sua porca figura; appena fuori dal marasma degli imbellettati c’è la Sodoma degli esclusi, reietti, spaesati, incazzati, mentre tavoli e sedie riempiono le piazzette su cui si affaccia la grande scenografia ambiziosa e vuota di sto cazzo. Ormai devo ammettere che mi piace l’idea di fare il giro largo per sedermi nell’unico metro quadro in cui mi è permesso stare senza dover spendere sei euro per un cocktail preparato da qualche sottopagato in piena botta di vita. Stare, e magari farsi una suonata e una cantata, o mettere un po’ di musica, che ne dite? Certo, finché non si ferma la volante con le vibes da sceriffo all’ingresso del saloon; quindi aspettare che si levi dal cazzo e ricominciare a sorridere, almeno fin quando non ritorna più incazzata. E allora, solo allora, decidere di smetterla e tornare piano piano nelle nostre singole a 350 euro al mese in case sgangherate e disagiate che li valgono tutti perché, caro mio, fra due anni questa città sarà capitale della cultura e anzi, grazie di avermelo ricordato, che mi sa che l’anno prossimo la alzo a 400, piccolo pezzo di merda. E se non stai zitto ti caccio e ci faccio un b&b, capito? Ti conviene stare buono e non muoverti troppo, bastardo di un topo in trappola: un solo respiro fuori posto e quest’incubo scervellato riempirà ogni palazzo di b&b, uno per ogni portone di questa città rinata. Scusate, ho sgravato, ma è così che ho immaginato il Dio dei proprietari degli immobili - o, se volete, lo spirito di questa maledettissima città che stiamo vedendo naufragare.